A tal
proposito voglio raccontare una delle tante leggende sulla diffusione del gioco
degli scacchi nell’antico Egitto. Il racconto è liberamente tratto da Natale
Ramini, Come giocare e vincere a scacchi, De Vecchi Editore, Milano
1973.
Il gioco
degli scacchi è uno dei più antichi del mondo, per quanto non si sappia con precisione
chi l’abbia inventato. Si presume siano stati i cinesi, alcune migliaia di anni
fa, o forse gli indiani. Certo è che con il progredire delle relazioni
commerciali raggiunse la Persia, dove divenne ben presto popolare ed i pezzi
acquistarono forme ben definite.
Quando l’ambasciatore
persiano in Egitto mostrò al Faraone il gioco degli scacchi, questi lo guardò
perplesso ed incuriosito. Dopo aver ascoltato con molto attenzione le regole ed
effettuato una partita dimostrativa, i due si sfidarono per tutta la notte. Il Faraone, nonostante le ripetute sconfitte, imparò ad apprezzare la bellezza degli
scacchi e la genialità del suo avversario.
Così, a
dispetto delle numerose sconfitte, volle dimostrare al suo ospite la propria
gratitudine. Invitò allora l’ambasciatore ad esprimere un desiderio e gli
promise di esaudirlo.
L’interpellato
rispose che voleva solo del grano: un chicco sulla prima casella della
scacchiera, due chicchi sulla seconda, quattro sulla terza e così continuando e
raddoppiando, fino alla sessantaquattresima casella.
Il Faraone
era stupito da una richiesta a suo parere così modesta e diede subito ordine al
Gran tesoriere di provvedere immediatamente.
Il
funzionario trascorse oltre una settimana a fare i conti. La cifra risultava improponibile.
Così andò a corte e dichiarò: “Per pagare l’ambasciatore non solo non è sufficiente
il raccolto dell’intero Egitto,ma non lo è neppure quello del mondo intero, e non
lo sarebbero nemmeno i raccolti dell’intero mondo nei prossimi dieci anni!”
Come era
possibile??? Una richiesta a prima vista banale metteva in ginocchio l’Egitto.
Cerchiamo
insieme di fare i conti con il nostro amico Faraone. Al chicco della prima
caselle, dobbiamo sommare due chicchi nella seconda, i quattro della terza, gli
otto della quarta, sedici nella quinta e così via. La legge del raddoppio va
avanti fino alla sessantaquattresima casella, dove andranno depositati 263.
Complessivamente ne abbiamo quindi:
1+2+22+23+24+…+263 =
=20+21+22+23+24+…+263 =
=18.446.744.073.709.551.615
Ossia ben più di diciotto miliardi di miliardi di chicchi.
Se consideriamo che 10
chicchi pesano circa 10 grammi possiamo dire che il Faraone avrebbe dovuto consegnare
all'ambasciatore persiano 1.800.000
milioni di tonnellate, ovvero la produzione mondiale di grano di ben tremila anni!
Cosa ci insegna questa piccola storia: ogni qualvolta si
aumenta ripetutamente una quantità per la stessa proporzione (nel nostro caso
raddoppiandola) si ha una crescita esponenziale. Il che significa che
inizialmente la quantità considerata aumenta lentamente ma ben presto accelererà
e in men che non si dica raggiungerà dimensioni impreviste.
Questo accade anche quando aumentiamo la quantità soltanto
dell’uno per cento.
1; 1,01; 1,0201; 1,0303; 1,0406; 1,05101;…
Poiché tutte le misure di crescita economiche, finanziarie e
politiche (vendite, profitti, azioni, PIL, popolazione, interressi, inflazione
ecc.) sono calcolate come variazione percentuale per unità di tempo, la
crescita esponenziale è fondamentale per capire il mondo.
Invito tutti a guardare il video del professore Albert
Bartlett (che ci ha lasciato nel 2013) per meglio comprendere la crescita
esponenziale.
Può essere molto utile per comprendere quanto crescono i
nostri debiti quando chiediamo un prestito al netto dell’inflazione.
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