martedì 16 febbraio 2016

Numeri e cifre



Nel mio primo post, ho scritto che la matematica è una lingua che serve a comunicare, formulare pensieri e ragionamenti, proprio come l'italiano, l'inglese o il giapponese.

Per iniziare correttamente il nostro corso di lingua matematica con l'alfabeto: CIFRE e NUMERI.

Fin dai tempi più remoti, gli esseri umani si sono posti il problema di rispondere alla domanda: quanti? Quanti siamo nella nostra tribù? quante uova ci sono da mangiare? quante pecore? quanti giorni mancano alla luna piena?

Facendo delle incisioni sulle pareti delle caverne, sulle ossa e sulle pietre, usando oggetti come conchiglie e sassi, annodando corde, gli uomini hanno iniziato, non solo a contare ma anche a conservare le quantità. Hanno, così,  imparato a conservare i numeri proprio come hanno imparato a conservare il fuoco. Hanno imparato prima a segnare le quantità di loro interesse e poi a scrivere.  
I primi numeri con cui l’umanità si è cimentata sono i numeri interi, facili da usare per contare e per fare i primi calcoli. Solo dopo sono arrivate le frazioni, lo zero ed i numeri negativi.

Ora pensiamo ai nostri bambini. Possiamo constatare che loro, come i primitivi, sin in tenera età, si pongono il problema di quantificare: quante caramelle ho nella mia mano? Quanti scalini da salire? Quanti regali mi porta babbo natale? Quanti anni ho?
Iniziano a contare con noi utilizzando spesso le dita delle mani (la prima calcolatrice della storia) o piccoli oggetti, come palline, conchiglie, pupazzetti. Esattamente come facevano in antichità. Stimolati in tal senso, i bambini imparano velocemente non solo a contare ma anche a compiere piccole addizioni e la sottrazioni anche prima di andare alla scuola materna.
Solo nella scuola primaria i bambini impareranno a conservare i numeri scrivendoli sui loro quaderni. Loro, in pochi anni, arriveranno alla conquista che l’umanità ha atteso per millenni: dare un nome a tutti i numeri.

Non è stato semplice arrivare al nostro sistema di numerazione. Oggi tutto ci sembra facile e scontato ma la storia ci insegna che il percorso è stato lungo e travagliato.  I numeri interi positivi sono infiniti (ne esiste sempre uno più grande) e poter dar a tutti un nome tale da permettere di fare calcoli è stato molto impegnativo.  Il sistema di numerazione, usato oggi in tutto il mondo, è detto di posizione decimale, è nato nel nord dell'India nel V sec. a.C. ed  importato in Europa da Leonardo Fibonacci nel 1223 d. C. e fu accolto con molto scetticismo.

Questo sistema richiede:un numero di cifre fissate a priori ed il principio di posizione per cui il valore della cifra dipende dalla sua posizione nella scrittura del numero e dal sua valore intrinseco.
Ad esempio nel numero 1972,   
l’1 vale mille,
 il 9 vale 900, 
il 7 vale 70 
ed il 2 semplicemente 2.
Le cifre sono:  1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e lo 0 (zero) che richiede un post tutto per sé. 

I numeri sono così composti da cifre ed il più piccolo numero a non essere una cifra è il 10. 
 
Con questa considerazione vi saluto, continuerò a parlare di numeri e di come insegnarli ai bambini nei prossimi post.

Attendo vostri commenti






martedì 9 febbraio 2016

Giochi per sviluppare la logica matematica nei bambini in età prescolare.

Quanti giochi hanno i nostri bambini nelle loro camerette? sotto il divano? nascosti nel box?

Tuttavia, circondati da pupazzi di tutte le dimensioni e giochi costosi, loro preferiscono giocare con oggetti che vedono nelle mani dei genitori: mollette e pinze ferma biancheria, cucchiai e cucchiaini, piatti e pentolini, barattoli e scatole di ogni tipo.

Come sfruttare questa loro predilezione per sviluppare le loro capacità logiche?

Possiamo giocare con loro e scoprire colori, forme e grandezze.

Le mollette possono essere raccolte sul tavolino, poi contate, divise per colori, utilizzate per creare dei gruppi di famiglie nelle quali il piccolo si può riconoscere.
La molletta bianca, ad esempio, può esser la mamma, la blu il papà, la gialla il bimbo, la rosa la sorellina e così via. Possiamo costruire tante famiglie: quella del bimbo, quella del cugino e quella dell'amico. In questo modo impara a mettere insieme oggetti in modi sempre diversi tra loro e a costruire quelle che un giorno chiamerà serie.

 Altri oggetti particolarmente utili sono le scatole di cartone super colorate.

Possono essere utilizzate per raccogliere oggetti, per nascondere, per costruire, per raccontare storie.
Se di grandezza diversa, possono essere usate per far torri. Non essendo chiuse sui sei lati, se si mettono nell'ordine sbagliato, la torre non si alza. Il bambino impara a mettere in ordine gli oggetti per grandezza, a conoscere il dentro e fuori, sopra e sotto e, pian piano, anche sinistra e destra.




Sono molteplici gli oggetti ed i giochi da usare per accrescere le capacità logiche dei bambini. Dalle costruzioni di plastica o di legno fino ad arrivare ai puzzle, il mercato del giocattolo offre mille possibilità. Tutti sono estremamente validi, l'importante è GIOCARE e divertirsi INSIEME senza aspettarsi nulla se non il sorriso del bambino.
Buon gioco a tutti







venerdì 5 febbraio 2016

scuola + famiglia = che stress

Queste sono le slide del seminario intitolato "tecniche di sopravvivenza per la scuola", presentato il 27 novembre 2015 a Caselle Lurani (LO) nell'ambito dei "venerdì sera" dell'associazione APS POLARIS (associazione di famiglie adottive e affidatarie).
Il seminario è rivolto soprattutto alle famiglie con figli di età compresa tra i 2 ed i 10 anni...
Buona visione




mercoledì 3 febbraio 2016

Cos'è per te la matematica?

Con questa frase si apre il libro che maggiormente ha ispirato questo blog: "La matematica spiegata alle mie figlie" di Denis Guedj (matematico e romanziere francese, ci ha lasciato nel 2010)

"Lola cos'è per te la matematica?"
Lola non impiegò molto a rispondere:
"E' una materia infarcita di PROBLEMI, imbottita d'INCOGNITE e dove si è attanagliati da REGOLE. Una materia dove è il professore che pone i problemi e sono io che devo risolverli!"


Spesso mi sono trovata a fare questa domanda, a grandi e piccini, e la maggioranza mi ha risposto esattamente come Lola.
La matematica è, infatti, vista come un qualcosa di misterioso e complicato, inutile ai più e fatto per pochi eletti.
Il non capirla è declamato con una sorta di civetteria. Non capirla è un vanto. Non conoscerla fa appartenere ad una sorta di club esclusivo di persone più interessate allo spirito che al mero calcolo, più alla poesia che ai misteriosi teoremi. Inoltre sembra essere una predisposizione che si acquista esclusivamente geneticamente. Spesso, i genitori di figli con difficoltà in materie scientifiche dichiarano con orgoglio: "è proprio come me, la matematica non è mai stata la mia materia!"

Ma è proprio così? La matematica è una scienza così sterile e misteriosa? E' semplicemente una materia insegnata a scuola che piace a pochi e che molti trovano incomprensibile? Capire o meno la matematica è una questione puramente genetica?

La mia risposta a tutte queste domande è sicuramente no.
Come Guedj scrive nel suo libro, la matematica è semplicemente una lingua con cui comunicare, formulare pensieri e fare ragionamenti. Bisogna conoscerne la grammatica e l'ortografia per non rischiare di dire cose senza senso. Per riuscire ad esprimersi correttamente bisogna andare dritti al punto e non perdersi in giri di parole, pensare semplice e non inventare strane e perverse speculazioni.

Per imparare una nuova lingua si ci deve immergere totalmente nel paese in cui questa viene parlata fin da piccolissimi. Vorrei provare con tutti voi ad aiutare mamme, papà, educatori e semplici curiosi ad immergersi in questo mondo per aiutare i propri bambini a sviluppare una capacità linguistica matematica.

a presto

Simplify